giovedì 19 dicembre 2013

La solitudine del "numero di Dunbar"

Facebook risulta essere oggigiorno uno dei siti più visitati al mondo.
Nato nel febbraio 2004 ad opera di Mark Zuckerberg, nel 2012 ha registrato l'iscrizione di ben 1 miliardo di persone. Lo Stato in cui si evidenzia il maggior utilizzo è l'U.S.A, seguito da Indonesia, Messico, India, Brasile.
Inizialmente questo social network è stato ideato per facilitare la socializzazione tra gli studenti dell'Università degli studi di Harward. Ben presto però, dato il successo inatteso, si decise di estendere il suo utilizzo anche nelle università vicine, prime fra tutte Stanford University e Ivy League. Nelle università americane, e in ritardo come sempre anche ormai in quelle italiane, è in voga l'usanza di costituire un elenco di tutti gli studenti iscritti con il nome e la relativa foto che li identifica. Socializzazione è ormai la parola chiave del social network, pane quotidiano per gli iscritti e per coloro che lo utilizzano. Questo termine significa “realizzare un giusto equilibrio tra ogni singolo soggetto e il gruppo cui appartiene; divenire membro di una società di individui” . Ma che significa per i più giovani socializzare “in rete”?
Significa sostanzialmente stringere amicizia. Un'amicizia virtuale nata da una richiesta, proveniente da una qualsiasi parte del mondo, e da una successiva conferma il più delle volte non motivata (basti pensare che molte persone hanno un profilo privato o personalizzato e che molti iscritti non condividono una foto profilo personale). L'importante è cliccare e aggiungere un +1 alla lista di “amici” già ormai ricca.

Interessante a tal proposito risulta essere la teoria del “numero di Dunbar”. E' “un limite cognitivo teorico che concerne il numero di persone con cui un individuo è in grado di mantenere relazioni sociali stabili, ossia relazioni nelle quali un individuo conosce l'identità di ciascuna persona e come queste persone si relazionano con ognuna delle altre”. Studi e ricerche sociali e antropologiche hanno affermato che le dimensioni di una rete sociale in grado di sostenere relazioni stabili sono limitate a circa 150 membri. Tale numero pare rimanga invariato anche nell'epoca dei social network e delle amicizie online. Ciò significa che noi dovremmo avere in facebook al massimo 150 amici. Come spiegare, io per prima, gli innumerevoli stati, foto, commenti, condivisioni di post di persone che noi chiamiamo “amici” che occupano la nostra bacheca? Perchè questa fame di amici virtuali che poi, realmente, nemmeno conosciamo? Ci interessano veramente queste ipotetiche amicizie o sono solo possibili “cliccatori di mi piace” ad una foto in costume?

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